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Alle mamme coraggiose

maggio 8, 2018Rebecca

Alle mamme che come me hanno perso un figlio.
Alle mamme che come me hanno vissuto giornate fatte di ospedale, di tubi dell’ossigeno, di preghiere, di lotte e di speranza.
Siamo mamme di bambini che hanno avuto diagnosi di incompatibilità con la vita ma che non hanno smesso di lottare.
Sono grata al dolore che ho vissuto perché oggi mi permette di essere la persona che sono, la mamma che sono, perché non si smette di essere mamme nonostante i nostri figli siano lassù in cielo.

Un filo invisibile oggi mi fa sentire legata alle donne e mamme che come me hanno vissuto la terapia intensiva neonatale, le lacrime e la forza che ogni famiglia che ho incontrato ha dovuto trovare e portare con sè in ospedale ma non solo è enorme, perché ogni genitore ha un amore incondizionato e immenso per i suoi figli.
In terapia intensiva si lotta per la vita, per ogni singolo respiro e per ogni ora… ogni minuto in più che si resta aggrappati alla vita.

Sono storie di speranza e di sofferenza. Sono le nostre storie. Storie di famiglie dove si va a casa solo fino alla prossima visita, si vive di monitor che suonano e di medicinali. Sono storie di sacrificio per dare ai nostri figli le cure che servono e tutto l’amore che c’è per andare avanti.
Storie che alle volte sono di vittoria, di una battaglia combattuta per vivere. Ma sono anche storie dove si smette di combattere come la mia. Mio figlio ha deciso di andarsene una tarda sera di settembre a casa sua tra le nostre braccia.

Sono esperienze che fanno parte di noi per tutta la vita. Mio figlio è stato un dono e sono piccoli eroi insieme alle loro famiglie.
Parlare di perdita non è mai facile, può essere molto difficile, non sapere da dove iniziare. Si  chiede come stiamo, ma non siamo altrettanto bravi ad accettare le risposte oneste a questa domanda.  Dobbiamo essere coraggiosi nel fare domande e altrettanto ad ascoltare le risposte oneste. Insieme possiamo parlare e accettare il dolore così com’è. Perché il dolore è enorme e accettarlo come parte di noi e portarlo nel nostro cuore è una delle parti più difficili di ogni storia di mamme che ho incontrato; di ogni perdita o battaglia fatta tra le pareti di un’ospedale.

Se vivrò fino a 100 anni, mi mancherà ancora ogni giorno. Vorrei che le cose fossero diverse, ma questa è la strada che abbiamo fatto… spero che la sua storia, la nostra storia e quella di altri bambini come lui possano essere raccontate chiaramente un giorno, che possano essere condivise per quello che sono dai loro coraggiosi genitori ed evitare l’eco di silenzio ed imbarazzo verso queste esperienze. Evitiamo che ciò accada.

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