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Basta. Dobbiamo tornare alla vita

aprile 22, 2020Rebecca

Ieri notte ero sveglia e pensavo alla stranezza di questo lungo periodo di quarantena. Siamo stanchi dell’isolamento. I nostri figli sono stanchi e lo dimostrano nelle maniere più diverse. I bambini non usano sempre le parole, ma noi mamme che conosciamo bene i nostri figli e li osserviamo ogni giorno vediamo i segni di questo lungo periodo.

Da un giorno all’altro siamo rimasti a casa, dal 5 marzo i nostri figli hanno dovuto lasciare la scuola e vivere una nuova vita. Mi immagino i loro grembiulini appesi a scuola, sospesi come tutti noi in attesa di tornare. Perché i nostri figli pensano di poter tornare. Chi ha figli all’asilo come me non so se ha trovato le parole giuste per dirglielo che non sarà così, non si spiega bene una cosa del genere ad un bambino piccolo.

Così ognuno di noi ha cercato di fare del suo meglio per fargli vivere questo tempo sospeso come meglio può.
Mi sono sentita fortunata come non mai per il nostro spazio fuori, il nostro piccolo giardino è diventato un’oasi di pace e creatività.
Sicuramente all’inizio è stata come una vacanza. Un tempo con tutti e due i genitori a casa che difficilmente è realizzabile durante l’anno. Una vacanza casalinga dotata di tempo lento per le faccende, per la cucina, un tempo per dormire di più, per non dover correre da nessuna parte. Una “vacanza” forzata di ormai cinquanta giorni.

All’inizio neanche Mattia parlava tanto della scuola e degli amici. Oggi dopo un mese e quasi altre tre settimane di isolamento i suoi racconti sono cambiati. Parla di quando tornerà a scuola e dei suoi compagni. Dei giochi che dovranno fare e delle sue maestre.
L’ho sempre pensato ma oggi più che mai, non siamo sostituibili alle maestre, non possiamo rimpiazzare il gioco che hanno con i loro amici e compagni. Siamo i loro genitori e non possiamo arrivare alla stessa fantasia e creatività. Ed è anche assolutamente naturale e giusto che non sia così.

I nostri bambini si mancano.
Si mancano l’un, l’altro. Come si può pensare che mesi e mesi di isolamento non porteranno risvolti nei loro pensieri, nella loro psiche e nelle loro relazioni?
Sono contenta che sul web nelle ultime settimane il problema stia emergendo, come una nuova emergenza nell’emergenza, perché i bambini ci sono. Esistono. Hanno le loro esigenze e vanno ascoltate.

Comments (1)

  • Selene

    aprile 22, 2020 at 7:11 pm

    Cara Rebecca,

    sono assolutamente d’accordo con le tue parole. Grazie per averle scritte “nero su bianco”.
    Spero di rivedervi prestissimo!

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