
Basta non ce la faccio più
Stasera facevo una delle mie solite passeggiate di km e km in macchina cercando di far addormentare Mattia che aveva deciso di non prendere sonno, con quel senso di impotenza a farmi compagnia che solo ad essere mamme si può capire…
Eppure allo stesso tempo mi sono sentita tremendamente grata.
Incredibile come in uno dei momenti di maggiore stanchezza a fine giornata, guardando fuori dai vetri della macchina, con l’attenzione rivolta comunque a Mattia (che non aveva nessuna voglia di dormire), io mi potessi sentire grata.
Grata alla vita, per essere comunque lì con lui, in un momento di stanchezza estrema di entrambi, quella mamma che dopo cena gira senza meta come una pazza in macchina mentre spera solo che suo figlio possa addormentarsi. Quante di voi si vedono nelle stessa scena al volante?
Eppure esausta dopo la giornata, il lavoro, gli impegni… anche piacevoli di una visita di amici.. e quella stanchezza che non si sa più neanche se darle un nome, tanto è il tempo che ci accompagna. Mi fermo e guardo il cielo, sulla strada sterrata che avrò fatto migliaia di volte sin da bambina e penso a quanta bellezza ci circonda. Alla fortuna che ho ad essere lì, nonostante in quel momento avessi l’istinto di strozzare il piccolo ometto che non vuole dormire e che si lamenta per qualsiasi cosa dal seggiolino posteriore della macchina.
Mi tornano in mente le parole di mia sorella, una sua cara amica ha partorito e la bambina per non so quali complicazioni è in terapia intensiva.
Quando sento terapia intensiva mi rendo conto che mi viene la pelle d’oca, tutta la nostra storia riaffiora e sento di poter capire profondamente quella mamma. Si ha la pretesa o la poca sensibilità di pensare che tanto “le donne superano tutto”… “tutto passa con il tempo”… ce ne facciamo una ragione…
Nessuna mamma può dimenticare un parto, una brutta esperienza e tanto meno una cicatrice come un ricovero di un figlio. Il non poterlo tenere, vedere e le notti insonni a guardare il telefono sperando che non squilli, perché sarebbero solo brutte notizie dall’ospedale. Allora conosci bene la sensazione di sofferenza profonda del non poterlo tenere con te e allo stesso tempo sperare di non sentire nessuna chiamata.
Quell’eterna gratitudine che ho per ogni giorno che passo con Mattia, non si può spiegare bene ma è fatta anche delle urla, della stanchezza e della sensazione di impotenza nel gestire le cose che si imparano a conosce nell’avere dei figli. Come quella stanchezza estrema ed infinita che sembra non lasciarci quasi mai.
Mi sono fermata e ho guardato ancora gli ulivi, i campi, e ho pensato al fatto non siamo mai contenti. Ogni giorno ci lamentiamo… per questo o quello: il lavoro, la famiglia… il poco tempo che abbiamo per noi. La stanchezza che non si riesce a recuperare.
Ma la vita è così, alle volte frenetica, alle volte più lenta. Non tutte le giornate sono perfette e non sempre ci svegliamo con il piede giusto. Però voglio ricordarmi di essere grata per il tempo che ho. Per la fortuna di vederlo crescere, oggi so che non è così scontato.
Leon è sempre presente. Anche ieri sera nella luce del tramonto, l’abbiamo salutato insieme, noi lo sappiamo che è così. Che è con noi, solo in un modo diverso.
Le mamme non dimenticano.