I mesi successivi furono davvero difficili. Molte notti insonni e tante crisi di pianto.
La gravidanza, uno dei periodi più spensierati per una donna, si era trasformato in un’altalena di emozioni contrastanti e dentro il mio cuore c’era tanta paura. I controlli furono chiaramente intensificati e vennero fatti a Massa dove avrebbe dovuto nascere il nostro bambino per poter essere preso subito in carico dalla terapia intensiva. I pensieri erano molti ed è davvero difficile accettare una cosa del genere per qualsiasi genitore. Ogni genitore custodisce nel suo cuore un immaginario di gioia e di perfezione per i propri figli e tutto questo per noi si era rotto.
Era difficile essere positivi e riuscire a fare la vita di sempre, essere sorridenti con Mattia.
Dovevamo organizzare molte cose, in primis il nostro trasferimento a Massa in pianta stabile almeno un mese prima della nascita, per non rischiare di essere lontani nel momento del bisogno. Stabilii che per il tempo che restava alla nostra partenza definitiva avremmo dovuto intraprendere delle sedute di terapia psicologica per riuscire ad essere il più integri possibile, data la difficile situazione, per riuscire a spiegare a Mattia, di soli due anni e mezzo, le complicate e incomprensibili cose che stavano succedendo alla sua famiglia.
A mio avviso la terapia è stata un notevole aiuto per sorreggere tutto il carico a cui eravamo sottoposti.
Iniziai la ricerca della casa, che per fortuna dopo più di un mese trovammo non lontana dall’ospedale e fissammo il trasferimento mio e di Mattia al 15 Maggio. Avrei dovuto partorire il 16 Giugno.
Durante i successivi controlli ci venne detto che non aspettavo una bambina, ma un bambino!
Pensammo entrambi di voler un nome forte per un bambino che avrebbe dovuto combattere come un leone per la vita, per questo decidemmo per Leon.
Fatto il trasloco iniziò per me e Mattia una nuova fase di attesa. Cercai di fargli fare una vita il più normale possibile e per nostra fortuna in una località di mare.
Leon cresceva forte e sano, ancora oggi sono incredula se penso alla sua enorme vivacità mentre era protetto dentro di me.
Cercai di mettermi in contatto con lui, parlarci e ricordargli che la sua mamma lo ama così come è.
Accettare che non tutto è come vorremmo è molto difficile… accettare che Leon aveva una malformazione incompatibile con la vita e accompagnarlo durante quello che sarebbe stato il suo percorso era davvero arduo, ma non avevamo nessun’altra scelta. Sarebbe stato lui a darci la forza per andare avanti.
La Storia di Leon
La Diagnosi
Difficile Attesa
Massa
La Perdita