
Forse sei una mamma che come me ha perso un figlio, forse sei qua oggi in piedi grazie alla naturale resilienza che la vita ci mette a disposizione dopo una perdita, un lutto, dopo una delle esperienze più dolorose della vita di un genitore.
C’è assolutamente un grande eco, sordo e muto, un vuoto enorme che sembra incolmabile. Prendere coscienza del proprio dolore e vivere con esso è uno dei passi iniziali e più importanti del lungo percorso che mi ha messo davanti la vita. Le giornate non sembrano più avere un senso e non si è molto interessati a se stessi e tanto meno a quello che ci circonda. Non c’è una scelta giusta e una sbagliata, non c’è una naturale cura a tutto questo che possa andare bene per ognuno di noi. Ci vuole pazienza e forza, ci vuole il tempo di vivere con il nostro lutto e il nostro dolore.
Ho dovuto esprimere alla mia famiglia che il mio percorso di lutto, la mia elaborazione di questo dolore immenso era ed è tutt’oggi solo mio. Indubbiamente è con me stessa e la mia famiglia che vivo il mio cammino. Con il mio compagno e con mio figlio. Siamo i tre superstiti di questa tristissima esperienza. Ciò nonostante ognuno di noi tre elabora e vive il lutto a modo diverso, anche questo va accettato. Intorno a noi avremo ogni tipo di reazione, nessuna più legittima di un’altra.
Siate gentili con voi stesse e con la vostra famiglia, vostro marito e i vostri figli nell’accettare che ognuno ha il suo personale modo di reagire.
Allo stesso tempo sono nate in me delle rigidezze nei confronti dei nostri genitori, nonostante siano i nonni credo sia fondamentale ricordare che restiamo noi i genitori dei nostri piccoli che non ci sono più; che questo sia assolutamente la sofferenza più grande a cui un genitore possa essere sottoposto e non sia da associare o confondere con la loro. Con il tempo sto imparando a sentirmi meno in colpa per i sentimenti che provo, per le mie reazioni, per il fatto di sentire la naturale esigenza di tutelarmi. Si vive già con estrema difficoltà il fatto di andare avanti, spesso carichi emotivi esterni non sono possibili da sostenere. Si ha già i propri e si cerca di convivere al meglio che si può con essi ogni giorno.
Questo non significa isolarsi, credo che amici e famiglia siano molto importanti ma si deve imparare a lasciar andare senza soccombere ai sensi di colpa se non si ha più le energie per sostenere alcune situazioni. Alcuni discorsi come “il tempo guarirà ogni cosa”, “vedrete siete giovani farete un altro bambino” e “conosco una coppia che ora hanno fatto un altro figlio, stanno bene”. Vorrei solo urlare come risposta a tali affermazioni. Manca sensibilità anche quando pensano di aiutare. Così alle volte ho preso strade diverse. Diverse da chi mi stava più o meno vicino nella mia vita.
Ho cercato dentro di me tutta la forza di reagire. Trovare una scuola a mio figlio, iniziare una nuova esperienza con lui, lasciare il mio lavoro. Insieme alle “nuove” giornate trovare il posto per il dolore che era ed è dentro di me. Chiedermi dove ero e dove volevo arrivare?
Così ho intrapreso il mio personale percorso di guarigione. Sono ancora in viaggio e credo che lo sarò per il resto della vita.
Ma uno dei primi passi fatti è stato prendere coscienza del mio dolore. Di vedere cosa fosse il mio lutto, mio figlio che non è più con me, cosa lui avesse portato di positivo nella mia vita.
Essere grata per quello che ho. Cose piccole e un passo alla volta.
Un sorriso di Mattia, una passeggiata, nuove conoscenze a scuola. Allontanarmi da polemiche e persone negative, non ne ho bisogno nella mia vita. Non c’è lo spazio in questo momento per loro.
Cercare di essere presente e riconoscente.
Ho camminato tanto e quello mi ha fatto bene. Camminerò ancora.
Cercare ogni giorno di fare il meglio che posso. Scrivere qua, aprire il mio blog, per arrivare a chi come me sta vivendo un esperienza difficile, quella di mamma e genitore. Quella di mamma in lutto. Quella che sono oggi.
Con pazienza e amore vi abbraccio ognuna di voi, mamme là fuori che hanno vissuto la perdita.
Cerco di portare gentilezza e amore nella mia vita e oggi grazie al web so che non sono sola in questo viaggio.