
Ogni tanto difficile ricordarsi di essere grata
L’altro giorno al bar abbiamo avuto uno dei nostri momenti di tranquillità con mio figlio e mi hanno anche fatto i complimenti per la sua simpatia, dicendomi anche che stavo facendo un ottimo lavoro.
Incredibile come solo un’ora dopo ero in macchina e battibeccare con lui per le cose più futili e le lacrime nervose salivano agli occhi. Una delle cose che mi ha scatenato maggiore angoscia nelle ultime settimane è una profonda preoccupazione che, nonostante tutti i miei sforzi per mostrargli le cose che contano davvero e nel fargli vivere le mie migliori intenzioni nell’essere paziente, sia diventato ingrato e indisciplinato. Nonostante il mio maggiore impegno ad essere amorevole, lui vedesse solo un’immagine negativa.
Le lacrime che mi salivano agli occhi. Pensavo al complimento fatto al bar e non ne sentivo assolutamente il merito. Un’ora prima che ridevamo, un’ora dopo a passare il pomeriggio fatto di urli nelle orecchie e di parole stridenti continue.
Gratitudine è davvero una parola palpitante, durante queste settimane.
Come persone ci viene chiesto e cerco continuamente di ricordarmi di essere grata delle piccole cose di ogni giorno, come già scritto anche altre volte non sono scontate.
A Yale si insegna come essere felici
Ed è facile riuscire ad essere grati quando il giovedì siedi intorno ad un tavolo con gli amici mentre i bambini giocano tra di loro, si hanno i cuori pieni. Ma la vera sfida si annida dietro uno degli altri semplici giorni della settimana.
Può diventare complicato provare gratitudine ed esserne davvero consapevoli, quando hai una casa completamente in disordine, e ti senti impantanata nelle piccole cose della vita quotidiana, mentre corri da una parte all’altra ti dimentichi le piccole cose.
Hai una scrivania piena di fogli, una lista di obblighi lunga un chilometro e una crisi esistenziale riguardo al tuo scopo nel mondo.
Ci dimentichiamo però di quanto può essere difficile anche quando hai 4 anni e magari sei sopraffatto da una giornata passata a scuola e sei stanco. Sei stato in classe, ti sei confrontato con i tuoi compagni, una lista di cose che lì non ti è permesso fare e una testa che sta ancora imparando ad elaborare le emozioni.
Può essere arduo provare gratitudine quando quella che fai vedere non ti viene mostrata dagli altri.
Quindi ho fatto un respiro profondo, mi sono fermata un attimo mentre tornavo a casa e mi sono chiesta se non fossi stata troppo dura con me stessa. Se non avessi chiesto troppo a me e a mio figlio. Se mi aspettassi molto di più da lui e non solo.
Credo che la risposta sia SI.
C’è voluto il commento di un’estraneo per rendermene conto per sbloccare questa nube di pensieri negativi. Mi sono fatta consumare da tutte le cose negative da scordarmi di quelle belle e quelle per cui essere grata. C’è tanto di buono, ho preso un foglio e ho buttato giù una lista di cose per cui essere grata: la scuola che frequenta mio figlio, gli amici, noi, il mio nuovo lavoro, il caffè al bar la mattina con le mamme…
Ho pensato che farò questo gioco anche con Mattia: magari chiedendogli cosa l’ha fatto felice durante la giornata, basta una cosa sola, anche un piccola cosa per provare gratitudine.
La gratitudine può arrivare sotto forma di qualsiasi cosa, grande o piccola, può essere quella sensazione di calore e gioia che si prova ad amare ed essere amati.