
Sempre mamma
Non importa a che mese, età o settimana di gestazione, si è sempre mamme.
Vorrei smettere di sentire frasi come:
“per fortuna era piccolo, se era grande ti sarebbe mancato di più”
“perso in gravidanza nei primi tre mesi è una cosa normale”
“siete giovani avete tutto il tempo di farne un altro”
“la vita va avanti”
“l’ho perso anche io vedrai poi con il tempo starai meglio”
e tante altre. Frasi di circostanza, senza nessun tipo di empatia emotiva. Frasi che non andrebbero dette. Una perdita è una perdita; non importa il mese, il momento o il modo in cui si perde un figlio è una cicatrice sul cuore che non andrà mai via.
Non ho un malattia da cui si guarisce. Non c’è una cura per una mamma che ha perso un figlio. C’è la profonda resilienza di ognuna di loro di accogliere il dolore che ha dentro di sè e poterlo trasformare in qualcosa di nuovo.
Una mamma che ha perso un figlio non è malata, una malattia passa con il tempo, qua non guarisce nessuno perché si è cambiate per sempre.
Dalla morte di Leon mi sono ritrovata su altri blog di mamme che hanno perso come me un figlio, e ci accomuna la stessa cosa, le stesse emozioni e la stessa consapevolezza che i nostri figli ci hanno cambiato profondamente.
Basta alle frasi vuote alle quali uno vorrebbe urlare solo indietro di stare zitti, perché il silenzio in quei casi sarebbe la miglior arma. Stare in silenzio accanto ad una mamma che soffre alle volte può essere quello che davvero serve come supporto.
Non è sminuendo il dolore che esso passa, non è con frasi del genere che lo si rende più sopportabile. Non c’è un modo più giusto di un altro di soffrire. Non c’è un rimedio preciso e più appropriato. Si deve imparare a convivere con il proprio dolore.
Accendete una candela per i vostri angeli in cielo. Dite il loro nome. Siete sempre le loro mamme. Leggete una preghiera. Io non dimentico e neanche voi.